CAPITOLO E NOVITA’ TRA I SERVI E LE SERVE DELLA CHIESA

Don Stefano Torelli e Raymonde Rakotovao nuovi Responsabili

Don Stefano Torelli

La grande Assemblea Generale (Capitolo) dei Servi e delle Serve della Chiesa viene celebrata ogni 5 anni ed ha lo scopo di tracciare e offrire le linee comuni di vita e di impegno programmatico per il successivo quinquennio, alla luce dei 5 anni trascorsi, ma soprattutto dei segni dei tempi, con particolare riferimento alle nuove forme di povertà e ad eventuali nuovi servizi di cui la Chiesa e la Società possono aver bisogno. Al termine dell’Assemblea si procede sempre alle elezioni  distinte dei nuovi Responsabili della Famiglia, che formeranno i due Consigli Generali, in carica per 5 anni.

Quest’anno, a 33 anni dalla morte del Fondatore don Dino, l’Assemblea è stata particolare sotto vari aspetti: anzitutto per la prima volta si è svolta in Madagascar. Poi, ancora per la prima volta, la duplice Assemblea distinta (Servi e Serve) è stata vissuta in concomitanza temporale e in prossimità spaziale, anche con i Delegati del gruppo “Sposi per il Servizio”. Infine, per la prima volta, i Delegati  malagasy dei due Rami, maschile e femminile, consacrati con i voti, erano maggioritari (16) rispetto a quelli provenienti da Italia, Albania, Spagna e Cile (10).

Questa è una delle ragioni per cui le Assemblee, che hanno avuto significativi incontri plenari, si sono svolte in Madagascar, non in Italia: i costi del viaggio e del soggiorno sono stati ovviamente molto più contenuti. Ma la ragione di fondo della storica decisione sta nel fatto che l’Istituto sembra essere in grado di incarnare il carisma di fondazione anche e soprattutto in missione, specie in Madagascar. E’ ancora presto per dire se l’Istituto sia destinato a scomparire in Europa per riemergere ed affermarsi nel sud del pianeta: solo Dio decide chi, dove, quando e come chiamare. Certamente però questo fattore numerico e geografico è stato sentito come un segno dei tempi, come se per l’Istituto sia giunto il tempo di uscire, forse definitivamente, sulle strade del mondo e della storia, “vivendo nel cuore del mondo con il cuore di Dio” (come ha chiesto Papa Francesco a tutti gli Istituti Secolari lo scorso anno), superando quel tipo di provincialismo nostrano, sempre un po’ autoreferenziale, estremamente ambiguo e pericoloso, se accentuato o assolutizzato.

Ovviamente, il pericolo di trovarci in una Babele di lingue, culture, tradizioni, sensibilità diverse c’era. E in certi momenti l’abbiamo avvertito tra le righe e sotto la pelle. Grazie a Dio, per effetto della preghiera, anche di chi ci seguiva da lontano, perfino nei monasteri di clausura, e per l’azione dello Spirito Santo, ci è stato dato di vivere in realtà una bella settimana di cenacolo e di pentecoste.

Questo clima di ”biodiversità” fraterna, conviviale e complementare ha reso tutti più consapevoli e responsabili, ha placato impulsività e resistenze, ha generato ascolto e rispetto, ha portato ad interiorizzare e a purificare con pazienza  disagi, chiusure, reazioni, stanchezza.

Abbiamo toccato con mano in modo pressochè permanente che, come dicono le Costituzioni dei Servi, “lo Spirito santo è particolarmente presente nell’Assemblea”.  Del resto, come sempre, anche questa Assemblea è iniziata con una mattinata di preghiera silenziosa davanti al Santissimo esposto.  “Tutto parte dal tabernacolo,” ripeteva spesso don Dino…E davanti al tabernacolo, attorno all’altare, ci siamo ritrovati costantemente per l’Eucaristia, per l’adorazione notturna, per Lodi e Vespri, per un cuore a cuore personale con il Signore, ovviamente per la Messa conclusiva di ringraziamento, durante la quale i due Responsabili uscenti, Giovanna Bondavalli ed il sottoscritto, hanno lavato i piedi al nuovo Responsabile Generale, don Stefano Torelli. Questi, a sua volta, ha lavato i piedi a quattro Servi e Serve, rappresentanti dei Rami maschile e femminile e di due Delegati del gruppo “Sposi per il Servizio.”

Il gesto e le parole di Gesù in ginocchio, con il grembiule, il catino e l’acqua nell’ultima cena (Gv 13), e quelle di Mt 28 :” I capi delle nazioni esercitano il potere su di esse e si fanno chiamare benefattori…tra voi non sarà così…” hanno immediatamente dato verità e spontaneità a questa gesto così emblematico del servizio cristiano, ecclesiale e familiare.  Se fosse stata presente, anche  la nuova Responsabile Generale del Ramo femminile, Raymonde Rakotovao, malagasy, residente in Francia, avrebbe affiancato don Stefano, ripetendo gli stessi gesti.

 

 

Durante gli otto giorni del soggiorno nell’Isola rossa, abbiamo vissuto anche  gradite sorprese e  dolorosi imprevisti: ci ha fatto piacere la visita del vescovo di Ambositra Mons. Fidélis, con il quale abbiamo poi ripreso il contatto per meglio chiarire la posizione dell’Assemblea sulla grave situazione del Foyer di Maharivo (Ambositra), attualmente chiuso e in pericolo di stravolgimento rispetto alle sue origini e finalità apostoliche. Gli scambi al riguardo sono stati lunghi e intensi, anche tesi: si trattava di difendere i malati e i poveri più indifesi a rischio di estromissione e abbandono, e di richiamare alla Chiesa la sua storia, la sua vocazione e le sue responsabilità… Impreviste e gravi anche le notizie arrivate per due sere successive di attacchi violenti da parte di bande di malviventi alle famiglie di due delegati malagasy presenti in Assemblea. L’insicurezza in Madagascar, specie nelle campagne, non è garantita da nessuno e la gente vive, lavora, dorme

“an-driran’antsy” (“sulla lama di un coltello”).

Quanto al lavoro previsto e svolto, in buona parte, durante i tempi della Assemblea plenaria,

come di quelle distinte dei Rami, è stato importante valorizzare queste ultime per una migliore conoscenza reciproca tra le persone e una maggiore consapevolezza circa le rispettive situazioni sociali e ambientali, ecclesiali e culturali.

Durante  gli incontri in Assemblea unificata abbiamo invece approfondito alcuni dei punti programmatici, come la fedeltà all’insegnamento del Papa, il servizio ai malati e nella malattia, la comunione con i Vescovi, l’animazione vocazionale, l’accompagnamento spirituale, la formazione globale e specifica, in particolare dei ministri ordinati.

L’Assemblea ha  incaricato la Commissione per il rinnovo delle Costituzioni, al lavoro da tempo, di portare a termine il servizio, in collaborazione con il vescovo Massimo e i canonisti della Curia, chiarendo quei punti che restano ancora da sciogliere. L’Assemblea, all’unanimità, si è  pronunciata a favore della “Diaconia di Comunione”, nuovo organo ispiratore, non direttivo, al servizio dell’unità della Famiglia e del suo rinnovamento profetico, nella fedeltà al carisma.

Un documento capitolare conclusivo riprenderà i punti essenziali e li riproporrà a tutti come impegno per il prossimo quinquennio. Intanto, le Assemblee Regionali, nella prossima estate, in Madagascar come in Italia, eleggeranno i loro Responsabili locali, i quali, in accordo con i Consigli Generali, daranno uno specifico contributo al rinnovamento e alla crescita della Famiglia.

Per parte sua, Il vescovo Massimo ha chiesto a don Stefano di non accelerare i tempi del rientro dall’Albania e di organizzarsi opportunamente per eventuali visite e impegni particolari…

 

 don Emanuele Benatti

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