Nato il 22.11.1919 a Ventoso di Scandiano (RE). Fu ordinato sacerdote il 25.6.1944.
Dal 1° luglio 1944 è Vicario Cooperatore a Canossa; poi, nelle medesime funzioni a Fellegara di Scandiano nel 1945, a Gavassa di Reggio Emilia nel 1946 e a Calerno dal 1946 al 1953.
Vicario economo di Cinquecerri dal 23 aprile al 12 agosto del 1953; poi Vicario cooperatore a Montecchio del 1953 e a s. Teresa in Reggio-Città dal 1954 al 1959.
Il 4 novembre 1959 diviene priore a Frascaro di Castelnuovo Monti (RE) e poi dal 17.6.1969 è arciprete di Borzano d’Albinea (RE), ove è rimasto fino alla morte.
Il 23.11.1972, ormai consumato da lunga malattia, emetteva in voti entrando nell’Istituto Servi della Chiesa.
Due mesi dopo, il 28.1.1973, il Signore lo ha chiamato a sè. È sepolto a Borzano d’Albinea (RE).
“La semplicità della sua vita, il suo zelo apostolico, la sofferenza che in questi anni lo ha accompagnato, l’aver dato a Dio tutto quello che poteva dargli, compreso se stesso nella immolazione dei voti, sono per noi il fondamento di una speranza che ci consola, ci fanno sentire meno dolorosa la sua partenza, nella certezza che il Signore lo ha preso con sé. Solo alcuni di noi lo hanno conosciuto, ma lui ci ha sempre conosciuti, seguiti, nell’interessamento di ciò che facevamo, dove era andato questo o quello, come stava l’altro, e questa sua presenza tra noi lo ha portato a maturare la sua scelta sul letto della sofferenza. È stata una scelta cosciente, sentita fino in fondo; lui stesso in questi due mesi si rammaricava di non averla fatta prima, di non poter vivere a contatto diretto con i problemi dei fratelli, parlare con loro, vedere tutti, conoscerci meglio, anche se era profondamente vicino a ciascuno di noi nel mistero della Croce che stava vivendo”. (don Angelo Scalabrini – da “Il Vincolo” del 2.2.1973)
DEVO AFFRETTARMI
Devo affrettarmi
prima che la porta mi si chiuda dinanzi
Io cammino in fretta nel timore
che si chiuda la porta e restino disadorni
i miei altari.
LA STELLA
Già indugia l’ombra della sera.
Ne la mia stanza
fredda e buia
la lampada è spenta al davanzale.
Una stella,
una stella sola ci basta, Signore,
in questa notte.
TUTTO CON GRAZIA
Tutto con grazia avvolge
nel silenzio ogni mattina
la tua luce candidissima;
e nel cavo la tua mano bianca
reca per me sulla finestra un fiore
il cielo azzurro
e il sole nuovo.
SERA
Sentieri di stelle
E il sogno mi trae per mano
DOMANI
V’è un giorno più nuovo:
l’orizzonte lo dice
al giorno che muore.
Sempre
ritrova la rosa
i suoi petali d’oro;
ed anche le spine e le siepi,
Signore,
hanno i lor fiori.
SUI MONTI
Sì, salirò sui monti
dove gli abeti stormiscono alti.
Porterò la mia pena solitaria
e la porrò nel grembo della nuda terra,
della buona madre terra.
E le stagioni ne daranno i lor frutti.
PUNTE DI STOPPIE
Punte di stoppie
riarse
in campi interminabili di mezzagosto;
il sole a picco
e noi, i piedi nudi.
Da “SENTIERI DI STELLE” – raccolta di liriche di don Domenico Rivi ad opera di don Ambrogio Morani, II° edizione.
La parola del Fondatore
3 vol. “Don Domenico Rivi” pag. 16 (tutto)