Sabato mattina, 4 luglio il nostro D. Bruno è passato “all’altra riva”.
La S. Messa esequiale, presieduta dal vescovo emerito mons. Adriano Caprioli concelebrata da molti sacerdoti e parrocchiani, nella chiesetta di Trignano di San Martino in Rio, il 6 luglio 2015.
Nato a Carpi il 2 ottobre 1929 in una famiglia numerosa e profondamente cristiana, dopo una esperienza vocazionale e di studio a Carpi, presso l’Istituto di don Vincenzo Saltini, a 18 anni conosce Don Dino Torreggiani ed entra nei Servi della Chiesa. È il mese di maggio 1947.
Lo ha preceduto di poco il fratello Vito, grandemente benemerito che ha sempre svolto servizi importanti nella Famiglia dei Servi.
Bruno è timido per natura, ma intraprende con determinazione il cammino di formazione in questo Istituto in cui si è sempre sentito realizzato, soprattutto per il suo grande amore ai poveri ed agli emarginati, quelli che la società opulenta è solita scartare.
Nella festa dell’Immacolata dello stesso anno inizia il noviziato, la prima formazione, e nel 1949 emette i primi voti. Povertà obbedienza e castità costituiscono una strada sicura per tutta la sua vita ed accetta poi, in modo definitivo l’ideale tracciato dalle Costituzioni dei Servi, secondo il carisma del fondatore.
Don Dino gli ha sempre dato tanta fiducia. Don Bruno era paziente, soffriva in silenzio senza farlo mai pesare ed era molto positivo e concreto nella realizzazione dei servizi che gli venivano affidati. La scarsità dei mezzi l’affrontava con la preghiera e una grande fiducia nella Provvidenza e in San Giuseppe. Questi, come diceva Don Dino, è sempre stato un buon pagatore di debiti e noi, poveri “strass da laver zó” come Lui ci chiamava, ne abbiamo le prove.
Il lungo periodo di studi, iniziato nel seminario di Guastalla, dove ci trasferivamo ogni giorno dalla vicina sede del collegio San Giuseppe, viene completato a Pozzuoli di Napoli dove collaborava con il Vescovo Mons. Sorrentino. Il curriculum sfocia nella sua ordinazione sacerdotale, il 18 marzo 1961, per l’imposizione delle mani del cardinale Alfonso Castaldo, nella cappella del seminario di Napoli.
Don Bruno è sempre stato presente nei momenti e negli avvenimenti importanti dell’Istituto. Don Dino sapeva di poter contare su ciascuno dei suoli figli, anche per affrontare servizi impegnativi e spesso di emergenza. E così anche Don Bruno aveva sempre pronta la valigia.
È un po’ lungo segnalare i vari luoghi del suo ministero che dopo Pozzuoli lo vedono a Capodimonte – Napoli, presso il Tempio di Maria Regina, ma li passiamo in rassegna brevemente.
Nel 1964 con la sua Fiat 500 parte per Paredes de Nava – Palencia in Spagna: 3 giorni e 2 notti di viaggio ma l’abbiamo visto arrivare sereno. In breve si prodiga per le confessioni e il servizio in parrocchia e in oratorio con i fratelli dell’Istituto. Vi rimase solo un anno, ma lascerà un ottimo ricordo e sarà ricordato a lungo.
Per qualche anno dirige la comunità di Baggiovara di Modena dove, dal 1968, si è aperto il centro Diaconale che ha trovato in Don Alberto Altana un animatore saggio e infaticabile, vero padre e maestro per generazioni di Diaconi in Italia, come in Germania, in Brasile e in Spagna.
Poi è la volta di Bagnolo in Piano come coadiutore di Don Giuseppe Barbieri, poi di Adria (Rovigo), dove dirige il collegio Diocesano San Vincenzo, l’oratorio parrocchiale e svolge il ministero in Cattedrale per quasi dieci anni.
Passa poi a Scandicci di Firenze presso la Casa di riposo che Don Dino ha aperto nell’autunno del 1951 per l’accoglienza degli anziani dello spettacolo viaggiante e dei circhi equestri. Vi collabora con il fratello Vito che lì concluderà la sua vita terrena nel 1986.
Insegnante di religione nella scuola statale di Vingone – Scandicci FI dal 1981 al 1987.
Vicario parrocchiale a San Gregorio Magno alla Magliana-Roma dal 1991 al 1992. Rettore della Chiesa di San Domenico di Reggio Emilia dal 1992 al 1995.
Nel 1995 viene nominato collaboratore parrocchiale di San Martino in Rio e Trignano, dove pone la sua residenza prima in canonica poi presso le amatissime sorelle Lina e Maria. Qui viene assistito fino all’ultimo.
Notevole è il lavoro svolto fra gli anziani ed ammalati che seguiva amorevolmente con grande paternità. I parroci ancora oggi lo ricordano per il suo zelo: “non li abbandonava, li seguiva con dedizione”.
Don Bruno ha segnato pagine importanti nella storia dell’Istituto dei servi della Chiesa ed a lui va tanta nostra gratitudine.
Un particolare interessante ci è dato da una lettera che Don Dino gli scrive nel 1963, confidandogli di avere a cuore la fondazione del ramo femminile dell’Istituto. Il Fondatore avrebbe affidato a Lui il germoglio di questa nuova comunità. Le cose andarono diversamente e l’Associazione delle Serve nascerà nel 1978. Ma anche allora con umiltà e semplicità di cuore, Don Bruno era pronto all’obbedienza.
Nell’ultima malattia è stato confortato dalla presenza dei suoi cari e di tanti amici, laici e sacerdoti, che non l’hanno mai lasciato solo e che più volte lo hanno assistito con i santi sacramenti.
È un vuoto grande quello che Don Bruno ci lascia, ma ci conforta la speranza che un giorno saremo tutti insieme a far festa con Lui nel banchetto che il Padre ha preparato per i suoi figli sulla grande montagna della vita che non ha fine.
Segue una
testimonianza del parroco di S. Martino in Rio don Pietro Paterlini al termine delle esequie il mattino di lunedì 6 luglio nella chiesa parrocchiale di Trignano – RE
Ringrazio Mons. Adriano Caprioli per aver presieduto l’Eucarestia e a nome della Comunità posso dire che il Ministero sacerdotale di don Bruno è stato per noi e per tanti una viva testimonianza di fede e di zelo per il servizio del Signore. Ha unito una profonda umiltà a un grande senso della sua dignità sacerdotale.
Nei 20 anni di ministero a Trignano e nell’unità pastorale di San Martino ha collaborato in un modo speciale nella pastorale degli ammalati e degli anziani, accompagnato dal gruppo della Visitazione, dai ministri straordinari della comunione e da tanti altri collaboratori. Instancabile nell’avvicinare e consolare i sofferenti e le persone più sole, ci lascia un’eredità spirituale molto preziosa.
“tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”: queste parole di Gesù sono state comprese profondamente e praticate quotidianamente da don Bruno, che con la sua testimonianza ci invita a scorgere in ogni fratello sofferente il volto di Cristo per chinarsi su di lui.
La sua fede nella grazia dei sacramenti e in particolare in quello dell’Unzione degli infermi ci conferma nell’impegno ad attingere con abbondanza a queste sorgenti di consolazione e di salvezza.
Eleviamo per lui al Signore la nostra preghiera di suffragio, certi che dal Paradiso continuerà con la preghiera a operare per la vigna del Signore e a incoraggiarci a un servizio fedele a dio e a una generosa dedizione ai fratelli specialmente a quelli segnati dalla sofferenza. Grazie!
Don Mario Pini
Ho riportato il Testamento Spirituale di Don Bruno Zanghieri
Trignano, 29-7-1999
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen
“Chi si allontana da Te perisce, il mio bene é stare vicino a Dio”.
L’ora della morte ogni giorno si avvicina e dovrò presentarmi al Signore per rendere conto della vita che mi ha dato. Sento che debbo chiedere tanto perdono, ma anche lasciarmi commuovere al pensiero di tanta grazia e particolari doni che ha dato a me per sua infinita bontà.
Ero un povero contadino, mi ha chiamato vicino a sé in un Istituto di consacrati nel mondo. Ben presto, con animo commosso e lieto, ho emesso la professione dei santi voti di povertà, castità e ubbidienza. Mentre mi allontanavo da casa, mi attirava la donazione di tutto il mio cuore a Dio nella castità, ignaro di cosa volesse dire e significare sì tanto dono.
Il cammino continua con inaudita sorpresa: io: piccolo, povero, con scarsa salute e poca intelligenza, mi viene da dire, di diventare prete. Don Dino
accolse questo mio desiderio. Nel corso della preparazione sacerdotale ho trovato aiuto, benevolenza conforto sino alla ordinazione, toccando con mano ogni anno che era Lui, il buon Dio, a volerlo.
Venne il giorno della consacrazione sacerdotale, quando provai nell’animo una indicibile e dolce gioia che mai più ebbi durante tutta la vita. Ero certo che il Signore mi avrebbe sempre aiutato con la luce e il calore del suo Spirito a svolgere la grande missione di ministro della riconciliazione, di dispensatore dei suoi beni salvifici e di ogni grazia nella santa Chiesa. E’ vero Signore, perche hai sorretto e guidato sempre questo tuo umile servo con tante grazie e benedizioni. Ti sentivo particolarmente presente nell’anima durante la
celebrazione dei divini misteri, nell’annuncio della parola, nel servizio agli orfani, ai giovani e ai vecchi della Casa di Riposo.
A un certo momento della vita è venuta a visitarmi la sofferenza fisica con gravi lacerazioni nella carne. Un giorno mi sfuggì questa frase, che avevo appreso da Santa Teresa: “Non credevo che si potesse soffrire tanto nella vita. Ma il Signore rispose solo la sofferenza conduce alla santità, per la purificazione che opera nell’anima ed é l’unico strumento di salvezza delle anime quando é unita a quella di Cristo con amore”. Mentre si avanza in età e nella macerazione della sofferenza c’e la perdita della ingenuità e un maggior ritrovamento della verità evangelica: con l’aiuto dello Spirito Santo, luce dei cuori, l’ho cercata ed amata con vero e profondo gusto della vita spirituale cosi da lasciarmi possedere e divenire tempio della sua gloria per me e per le anime. Mi presento davanti a te, Signore, con l’anima inondata di gratitudine per tutti questi santi doni celesti dell’ itinerario da Te inventato dall’eternità attraverso le tappe che mi hai fatto percorrere, grazie per il dono della vita, della fede, del Battesimo, che mi ha liberato dal peccato, mi ha dato 1′ adozione a figlio, per aver parte alla tua eredità, e unirmi in comunione con tutta la santa Chiesa; grazie del sacramento dell’Ordine che mi ha fatto ministro della Nuova Alleanza; e sono infinitamente grato al Seminario di Guastalla, ai santi e sapienti sacerdoti che hanno curato con amore la mia preparazione sacerdotale. Grazie, Signore, di avermi fatto vivere la vita cristiana e sacerdotale nella famiglia dei Servi della Chiesa con il carisma dei santi voti di castità, povertà e obbedienza, con sacerdoti pieni di virtù eroiche ed eccezionali e generosa dedizione al Papa, ai Vescovi, ai poveri e a tutta la Chiesa.
E’ dono grande condividere la propria esistenza con sacerdoti e laici consacrati così santi, pieni di fervore, di alti ideali, di pastorale attività, di bene spirituale di tante persone.
Ricordo con affetto e ringrazio i miei genitori ora in cielo, per il dono della vita; essi, assieme ai miei familiari, mi hanno profondamente amato ed aiutato in ogni momento della vita, sì come seminarista che sacerdote.
Ringrazio tutti i miei amici, che mi sono stati vicini nelle varie comunità, sacerdoti, laici, suore, studenti, i membri dello spettacolo viaggiante, i cari ospiti della Casa di Riposo per la loro bontà, ottimi esempi cristiani e per il grande affetto che mi hanno offerto.
Questa vita ho cercato di percorrerla come un desiderio di amore, come un atto puro di amore, come un atto perfetto di amore. L’avrei voluta una lode e un canto a te Gesù con lo Spirito e con il Padre.
Avvolgimi nel tuo amore e avvolgimi del perdono di quanti non hanno ricevuto da me quanto dovevo in amore, attenzione, perdono. Maria SS, nostro S. Giuseppe, san Bruno intercedete per me e strappate a Dio per le anime affidatemi nel corso della mia esistenza, le grazie che io non sono riuscito, anche per le mie colpe, ad ottenere per la loro salvezza, santificazione e gioia.Tutto metto nelle mani misericordiose del buon Dio, con grande fiducia ed infinita speranza.
don Bruno Zanghieri