L’Istituto, secolare nella sua natura, lo è anche quanto al metodo e alla struttura della formazione: anziché raccogliere in luoghi particolari i suoi membri per formarli, come fanno i religiosi, prende iniziative per accompagnarli e seguirli, senza che costoro debbano lasciare il loro ambiente di vita, il posto di lavoro e di apostolato.
Ogni zona ha un incaricato che tiene i primi contatti con chi è interessato a conoscere l’Istituto.
Successivamente il candidato è ammesso ad un periodo di tre anni di formazione specifica (noviziato) ed è accompagnato dal Responsabile della Formazione. Dopo l’ammissione ai primi voti, rinnovabili annualmente per cinque anni, il consacrato farà la professione perpetua che significherà anche l’incorporazione definitiva nella famiglia dell’Istituto.
Dopo la professione dei voti, temporanei o perpetui, ogni consacrato potrà sempre contare sull’amicizia spirituale di un fratello (o sorella) dell’Istituto, disposto ad sostenerlo/a personalmente nell’osservanza delle Costituzioni, nella comunione fraterna, nel cammino verso la santità.
Oltre ai ritiri e agli incontri accennati sopra, l’Istituto utilizza periodicamente anche materiale formativo e informativo, in particolare “Il Vincolo”, “Così parlo don Dino”, le “Tracce” e il volumetto “Don Dino, il suo messaggio e la sua opera” di don Alberto, le “Schede di formazione”, i Documenti Capitolari e i fogli di “Diaconia”: questo per favorire la crescita comune nella vita di consacrazione, di comunione e di missione, tanto più che molti Servi e Serve possono incontrarsi solo raramente.
È evidente che la secolarità, pur con tutti gli accorgimenti e le misure di carattere formativo e relazionale raccomandati dalla Chiesa e messi in atto dall’Istituto, esige da parte del singolo consacrato un senso di responsabilità dinamica e creativa nella ricerca della formazione e della comunione.
La consacrazione secolare sarà sempre necessariamente frutto di laboriosa “autoformazione” e la comunione supporrà, comunque, capacità di resistenza in situazioni a volte di isolamento effettivo. La passività è il primo nemico da combattere per chi vuole consacrarsi in un Istituto Secolare.
I Servi della Chiesa ringraziano Dio per il dono della loro vocazione, e gli chiedono la grazia di perseverare in essa fino al giorno del congiungimento definitivo ed eterno con lo Sposo Divino, il nostro Signore Gesù Cristo.
(Costituzioni, art. 71)