Nasce il 7.5.1901.
Vive in famiglia a Magreta di Modena. Al suo fianco due genitori cristiani, cui sarà sempre grato, per il dono della vita e l’educazione ricevuta.
Nei sacerdoti della Parrocchia trova dei veri pastori d’anime.
In particolare don Luigi Tassi sarà il direttore spirituale della sua giovinezza, aprendolo alla consacrazione al Signore, prima in forma privata con il voto di castità e poi entrando nell’Istituto.
Nel 1951 verrà indirizzato a don Dino Torreggiani, entrando a far parte, in modo defi-nitivo, dell’Istituto dei Servi della Chiesa.
È ricordato da molti come delegato aspiranti, catechista, animatore dell’Azione Cattolica parrocchiale, gestore dei benefici parrocchiali, impegnato nelle ACLI, ed altre attività in campo sociale e assistenziale.
Vivendo e lavorando in famiglia, ha svolto varie attività nell’Istituto: amministratore del beneficio della Parrocchia di Ventoso e Ca’ de’ Caroli di Scandiano (RE) ove era parroco don Voltolini; assistente al Dormitorio a Reggio Emilia, in via dell’Abate.
Successivamente sarà con don Dino a Baggiovara, nella casa di accoglienza. Gli ultimi anni, secondo un suo desiderio, li trascorrerà a Reggio Emilia, nella casa di accoglienza di via Adua, per stare con i poveri e con i fratelli che lavorano tra i poveri.
Questa sua presenza andrà sempre più riducendosi a livello di aiuto diretto nell’attività, per allargarsi, invece, come preghiera, testimonianza, offerta delle proprie sofferenze.
Nell’Istituto, Paolo ha ricoperto dal 1956 al 1972 l’incarico di Consigliere ed economo generale dell’Istituto.
Muore a Reggio Emilia il 16.3.1988. È sepolto a Magreta di Modena.
Il Vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, mons. Gilberto Baroni, ha scritto di lui “Paolo ci lascia una grande eredità di umiltà e semplicità, di fede, di povertà e di amore ai fratelli e alla Chiesa, di preghiera e di sofferenza cristiana Conceda a noi (Dio) di raccogliere, custodire e imitare il grande esempio della sua vita cristiana e religiosa” (+ Gilberto Baroni – Vescovo – 17.3.1988)
Risposte di Paolo Barozzi ad alcune domande su don Dino.
“Che ruolo ha avuto don Dino nella storia della tua vocazione, o nella tua entrata nell’Istituto, o nella tua decisione a consacrarti poi nell’Istituto?”
“ Don Dino!… Lo ricordo un grande Uomo, un grande Sacerdote, un carismatico: ciò per sentito dire da competenti. Il primo incontro con don Dino fu nel 1950, in via Fontanelli, quando, di ritorno in ciclomotore da Salsomaggiore: andai lì per una visita il mio amatissimo e stimatissimo parroco don Tassi, il quale si trovava lì per cure, ed è stato anche il mio primo direttore spirituale. Don Dino mi era stato indicato da mons. Pellati, parroco di Sassuolo, che conosceva don Dino (compagno di ordinazione) e l’Istituto ed anche me. Allora io ero già consacrato per mezzo del direttore spirituale con voto perpetuo riguardo la castità e voto temporaneo riguardo la povertà e l’obbedienza. Per me quell’incontro è stato gioioso, perché mi apriva una porta per entrare in un Istituto di consacrati e poter così avere dei fratelli con i quali essere unito per consigliarsi ed aiutarsi con l’esortazione, la correzione e specialmente la preghiera e le pratiche spirituali e caritative, particolarmente perché tutto, opere e preghiere, diventano molto più accette a Dio e meritorie, per la Sua Gloria e il bene delle anime.
Don Dino, poi, mi ha sempre aiutato e corretto, mi ha sempre voluto molto bene, come voleva bene a tutti; mi voleva molto bene, ripeto, e mi avrebbe voluto sempre vicino, nonostante la mia poca virtù ed incapacità e mi voleva vicino, certo, per farmi del bene…” (da “il Vincolo” n. 75 – 4/85 pag. 47 – 48)