Gli Istituti Secolari

Papa Pio XII con alcuni sacerdoti reggiani, tra cui don Dino (primo a destra) in udienza per il XXV di ordinazione (1953).

Papa Pio XII con alcuni sacerdoti reggiani, tra cui don Dino (primo a destra) in udienza per il XXV di ordinazione (1953).

Gli Istituti secolari sono una forma originale di consacrazione a Dio, vissuta da laici celibi (uomini e donne) e da ministri ordinati diocesani, chiamati a restare e ad operare come lievito nel contesto sociale ed ecclesiale comune a tutti i cristiani.

Questa forma relativamente recente di consacrazione, approvata dalla Chiesa il 2 febbraio 1947 attraverso la Costituzione Apostolica “Provida Mater Ecclesia” di Pio XII, è stata sostenuta ininterrottamente dal Magistero della Chiesa, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, fino ad essere inserita nella stesura del nuovo Codice di Diritto Canonico (Can. 710–730).

La Chiesa ha così dato una risposta chiara a vari gruppi, soprattutto laicali, suscitati dallo Spirito Santo già negli anni ’30 del secolo scorso, orientati ad un impegno di consacrazione molto più forte di quello delle varie associazioni, confraternite o movimenti di provenienza, e nello stesso tempo decisi a restare nel loro contesto professionale, sociale ed ecclesiale, operando al suo interno come fermento evangelico.
In realtà, già nel 1936 a San Gallo, in Svizzera, alcune personalità carismatiche del mondo ecclesiale religioso e laicale internazionale si ritrovarono insieme a p. Gemelli, ad Armida Barelli, al prof. Lazzati, alla prof.ssa Sommaruga per una prima condivisione di intenti e di prospettive, in ordine alla consacrazione laicale. Espressero le loro idee in alcune note scritte inviate anche a Roma, rivelatesi poi preziosissime per la successiva approvazione ecclesiastica.

In embrione i “Servi della Chiesa”, risalgono proprio a questo periodo e a questa fioritura di nuove realtà di vita consacrata, riconosciute e approvate ufficialmente dalla Chiesa solo nell’immediato dopoguerra.