IN VIAGGIO VERSO LOCRI E IN COMUNIONE CON LOCRI

Rita Nicolini

Se penso ai viaggi che ho fatto insieme a don Daniele e ad Alfonso e gli altri amici in questi anni, sento di aver fatto un cammino con gli amici di Mirto e Donisi (le parrocchie che ci ospitano).
Seppur così distanti e con una realtà molto diversa, abbiamo vissuto un cammino come Chiesa e come persone singole. Loro con le loro speranze e fatiche; noi con le nostre.
Il viaggio fatto nel mese di novembre dell’anno appena concluso, per me è stato un’esperienza molto diversa dalle precedenti. Non essere andati nei campi per il raccolto ha lasciato molto più tempo per l’incontro con le persone e per la conoscenza del territorio (per la verità un po’ tanto trascurato….).
Ho parlato di cammino perché pensando agli anni scorsi nei campi, credo sia stato bello e giusto partire dal lavoro della terra; in campagna abbiamo lavorato, pregato e mangiato insieme. Che soddisfazione raccogliere olive da queste meravigliose piante che solo a guardarle danno una sensazione di forza e di solidarietà, radici molto profonde ben piantate nel terreno, che alla giusta stagione danno buone olive che spremute danno olio buonissimo. Se la natura e l’ambiente venissero rispettati questo ciclo naturale non avrebbe subito un crollo della produzione così come è accaduto quest’anno. Nonna Ida ci ha detto che in tanti anni (80, tanti ne ricorda lei…) non era mai accaduta una cosa simile. Quali le responsabilità dell’uomo? Non a caso papa Francesco ha sentito di dover scrivere una lettera Enciclica intitolata “Laudato Si'”.
Quando siamo arrivati a Mirto e Donisi ho ritrovato la stessa semplice e affettuosa accoglienza che ci fa sentire una famiglia: la santa Messa della domenica celebrata da don Daniele, insieme a don Marius, è stata il saluto alla gente del posto, ritrovare gli amici e tanti giovani nelle serate trascorse insieme in parrocchia.
Ricordo l’emozionante incontro con don Nino, giovane e dinamico sacerdote responsabile del centro salesiano di Locri – frequentato ogni giorno da circa 250 ragazzi – dopo averci fatto visitare i campi per le attività sportive, i laboratori per la formazione professionale, le aule per il doposcuola, la grande sala cinematografica dove ogni sera si ritrovano per il cineforum oltre 300 persone. Ha condiviso con noi il lavoro che sta facendo, i suoi progetti futuri; ma ha anche condiviso il suo sfogo, la sua amarezza e il suo dolore (quanta sofferenza ho avvertito) nel non sentirsi abbastanza sostenuto e accompagnato, anche se credo che troverà nuovo vigore per andare avanti proprio nell’amore che ha verso quei ragazzi che non vuole lasciare abbandonati ai tanti pericoli che sono alla portata di mano in quel territorio.
Molto bello è stato anche l’incontro con il vescovo Francesco Oliva, che ci ha accolto in vescovado per un breve ma intenso incontro, dove lui sempre più a cuore aperto, ci ha descritto la situazione della Chiesa locale, il rapporto con i sacerdoti, le direttive molto chiare scritte nella lettera pastorale sulla gestione delle parrocchie, sulle celebrazioni liturgiche e le processioni, in modo molto pacato ma deciso. Lui stesso ha fatto gesti di grande coraggio, come rifiutare un’ingente somma di denaro offerto da un ‘ndranghetista per il restauro della chiesa.
Solamente con gesti di coraggio e di chiarezza possono cambiare la cultura ‘ndranghetista che toglie spazio e speranza alla gente, ai giovani che sono indotti a pensare che non esiste alternativa e rischiano di lasciarsi scivolare via la vita. Tornando a casa ho sentito che questo cammino si debba continuare a fare. Questa strada che dobbiamo percorrere come la strada della vita di ognuno di noi.
Non sappiamo sempre dove ci porti ma se guardiamo al Signore Lui sa bene dove ci vuole portare.
Questa esperienza sicuramente ora ci sta facendo vivere in comunione come Chiesa. AMEN!.

STOP ALLA CULTURA DELLA MORTE – IL MANIFESTO DEL GOEL
A cura della redazione Molte volte Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo cooperativo GOEL ha dichiarato che la propria missione e quella del Gruppo è il cambiamento e il riscatto della Calabria. Ma le parole “riscatto” e soprattutto “cambiamento” sono spesso abusate oltre che generiche. Qual è il riscatto e il cambiamento che GOEL immagina e persegue, attraverso tutte le sue attività, per la Calabria? La risposta è nel “Manifesto di GOEL” il documento politico-culturale e programmatico per i prossimi anni presentato in queste ore insieme ai dati di sviluppo del Gruppo.

CAMBIAMENTO E RISCATTO DELLA CALABRIA
GOEL ha come scopo il cambiamento e il riscatto della Calabria, avendo come criteri:
l’affermazione piena della libertà da poteri oppressivi e logiche clientelari,
la democrazia effettiva attraverso la pratica diffusa della partecipazione e della sussidiarietà,
l’equità sociale ed economica,
la meritocrazia,
la pari opportunità delle persone e fasce sociali più deboli e marginali,la pari dignità per tutti,
il bene comune delle comunità locali e dei territori,
la solidarietà tra territori e tra gruppi sociali,
la nonviolenza attiva come via maestra di risoluzione dei conflitti,
la salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema in funzione dell’umanità,
la libertà di mercato e la sua effettiva accessibilità,
la libertà di concorrenza.
NON VINCERE, MA CON-VINCERE
GOEL si adopererà per opporsi ad ogni movimento di potere che, viceversa, contrasta tutto ciò, ovvero opera all’insegna di uno o più dei seguenti disvalori: violenza, sopraffazione, elitarismo, clientelismo, controllo e manipolazione del consenso, segretezza, mutualismo escludente e legato alle appartenenze di potere, utilizzo privato di risorse pubbliche, controllo sociale attraverso la precarietà, condizionamento a fini speculativi e privati della libertà economica e di mercato.
Pur opponendosi, GOEL intende salvaguardare sempre le singole persone, che vanno in ogni caso tutelate nella loro dignità e nella possibilità reale di poter cambiare. Inoltre GOEL non intende “vincere”, ma piuttosto “con-vincere”, intendendo con ciò sia l’atteggiamento di perseguire la persuasione e il consenso come strumento di cambiamento vero e duraturo, sia l’idea del “vincere-con”, ovvero la convinzione che i percorsi etici di cambiamento devono essere una vittoria per tutti, consentendo di “vincere insieme”, e producendo il minor numero possibile di “sconfitti”.
I cambiamenti veri e duraturi sono quelli che non producono vincitori e vinti, ma dove tutti vincono insieme.
LO STATO È SUSSIDIARIETÀ E PARTECIPAZIONE
GOEL promuove una visione di stato democratico basata su una reale partecipazione dal basso costruita sul criterio sussidiarietà verticale: in cui tutto ciò che può essere deciso ed operato dalla comunità territoriale più prossima non deve essere ad essa alienato; in cui la collettività che abita i territori è essa stessa lo Stato; in cui la rappresentanza politica è espressa e legittimata dal popolo solo nella misura in cui è al servizio della collettività e del bene comune; in cui la burocrazia e le istituzioni sono espressioni funzionali al servizio del popolo, da esso legittimati e ad esso subordinati attraverso il sistema democratico.
L’ETICA EFFICACE
GOEL promuove l’ “etica efficace”, intendendo con ciò un’etica che ha come criterio fondante i suoi destinatari più deboli, chi patisce i problemi e la sofferenza, ed – in particolare – essa si misura sulla sua capacità di rimuovere da costoro le cause e gli effetti di tale condizione. L’etica non può accontentarsi di essere solo giusta, ma deve essere anche efficace. L’etica è efficace se risolve i problemi senza crearne altri, in tutti i campi: economia, società, politica, ambiente, imprenditoria, ecc. Per rendere l’etica efficace GOEL persegue ogni forma di innovazione, ricerca e sviluppo orientati a tal fine.
UNA COMUNITÀ DI RISCATTO APERTA E SOLIDALE
GOEL si struttura come comunità di persone, famiglie, gruppi e imprese che – pur operando in settori distinti – sono legati da una comunione di valori e un unico percorso di riscatto, una comunità solidale pronta a sostenersi reciprocamente e a creare forme di mutualità e reciprocità allargata. Una comunità aperta, solidale al proprio interno ma anche all’esterno, che non condiziona la propria solidarietà all’appartenenza o alle alleanze. GOEL rispetta e riconosce ogni convinzione di fede purché sia nonviolenta e rispettosa delle altrui differenze, tuttavia riconosce che alle origini del suo percorso vi è una comunione di fede in Gesù di Nazareth e nel suo Vangelo.

(da “Diaconia” di Gennaio 2017)

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