A questo primo nucleo, pian piano, si sono aggiunti laici, sacerdoti, seminaristi provenienti anche da altre diocesi, desiderosi di condividere la consacrazione a Dio con i voti al servizio della Chiesa, dei Vescovi e dei più poveri, restando, ognuno, nel contesto ecclesiale e sociale originario, “secolare”.
L’Istituto, all’inizio, era composto solo da uomini. Dal 1979, per grazia del Signore, si è arricchito della presenza di sorelle che ne condividono in pienezza la consacrazione e la missione. Attualmente il ramo femminile, sviluppatosi soprattutto in Madagascar, è riconosciuto come “Associazione pubblica di fedeli” con Statuto, Regola di vita, Responsabile e Consiglio propri, e potrà così diventare, a Dio piacendo, in un prossimo avvenire, l’Istituto Secolare “Serve della Chiesa”, espressione femminile del carisma dei Servi.
Negli ultimi anni, un buon gruppo di sposi legati ai Servi si è impegnato a seguirne le Costituzioni e a condividerne il carisma del servizio nell’ambito familiare. Attualmente il gruppo sta verificando, con l’aiuto di uno Statuto specifico, il proprio cammino vocazionale e missionario.
In questo primo sessantennio, l’Istituto ha continuato a tessere la propria storia, cercando di vivere in modo multiforme il carisma del servizio, in piena disponibilità alla Chiesa e ai più poveri. Ha così contribuito, al di là della sua piccolezza e della debolezza dei suoi membri, a quel rinnovamento ecclesiale voluto dal Concilio e sempre appassionatamente perseguito da don Dino e da una trentina di fratelli e sorelle già ritornati alla casa del Padre.
Attualmente i membri consacrati con voti nell’Istituto, ancora “pellegrini” su questa terra, in Italia, in Spagna, in Madagascar, in Brasile e in Cile, sono un centinaio. Alcuni vivono la consacrazione nel mondo del lavoro, altri nell’apostolato e nel ministero all’interno delle Chiese particolari, altri ancora in attività e servizi tra i più poveri ed abbandonati, come i nomadi (sinti e rom – spettacolo popolare – circhi), i carcerati e gli ex-carcerati, le ragazze in difficoltà, gli emarginati di ogni genere quali, specie in terre lontane, i malati di lebbra, i tubercolosi, i disabili, i “meninos de rua”.
Con loro i Servi e le Serve della Chiesa condividono ciò che sono, ciò che hanno, cercando di fare con tutti un cammino di liberazione e di salvezza, sempre totalmente fiduciosi nella Provvidenza di Dio e liberi da ogni dipendenza o compromesso con i centri di potere.
“Alla Provvidenza non ho bisogno di credere, la vedo e la tocco con mano. Questo è il mio primo portafoglio che ha visto tanti suoi miracoli”.
don Dino