Artemio Massi (1915-2014)

Un servo gioviale

Venerdì mattina 22 agosto 2014, festa di Maria Regina, all’ospedale di Castiglione delle Stiviere, paese natale di S. Luigi Gonzaga, è morto Artemio.

L’ultimo ricovero si è reso necessario a seguito di una caduta in casa dove ha battuto il capo.

Purtroppo negli ultimi tempi lamentava un calo di forza nelle gambe: questo gli è
stato fatale. Per il resto diceva di stare bene. In effetti, pur muovendosi a fatica, ci
riceveva con un grande sorriso seduto al tavolo, pronto alla battuta e riconoscente al Signore per la lunga vita concessagli e per le molte attenzioni di cui è sempre stato circondato.

La vita di Artemio è iniziata quasi cento anni fa a Capranica di Viterbo, il 17 novembre 1915, in una famiglia numerosa, povera e di principi cristiani.

Verso i dodici anni i Salesiani di Torino gli prospettano la possibilità di portare avanti gli studi e di imparare un lavoro.

E’ lui che racconta: “Fui accompagnato al treno e percorsi da solo il lungo tragitto fino alla stazione torinese, dove un parente mi aspettava per accompagnarmi in Collegio”. Gli inizi sono stati duri, ma ben presto prese affezione ai libri, studiò musica e divenne membro della banda oratoriana. Imparò bene a confezionare calzature e si specializzò nell’arte del taglio della pelle per fabbricare scarpe. Dopo aver lavorato in un suo piccolo laboratorio a Milano, fu assunto dal calzaturificio di Carniana, dove ben presto divenne capo reparto.

Trovò alloggio ed affettuosa accoglienza presso la famiglia Carlotti, come un vero membro della famiglia, rimanendovi fino all’ultimo.

Lavoro e musica lo hanno tenuto occupato tutta la vita. I principi religiosi di Artemio e la formazione al servizio dei figli di don Bosco lo hanno sempre tenuto desto e aperto alla vita della Chiesa del post-Concilio.

Venuto a conoscenza della restaurazione del Diaconato permanente e della Comunità del Diaconato in Italia animata da don Alberto Altana, volle conoscerla da vicino. Venne a Reggio in via Reverberi presso la nostra Comunità e nel 1972 chiese di entrarvi per un periodo di reciproca conoscenza e per capire i disegni del Signore su di lui.

Sospeso il lavoro, vi rimase per oltre un anno. Sotto la guida di don Alberto entrò in noviziato e si preparò alla professione dei voti di povertà, castità ed obbedienza secondo le nostre Costituzioni divenendo fraterno amico del nostro fondatore, don Dino Torreggiani.

Fece i primi voti nel 1978 e, cinque anni dopo, la professione perpetua.

Artemio ha vissuto i molti anni “in mundo” attingendo alla vita della sua parrocchia, partecipando attivamente agli impegni di formazione e preghiera della Comunità dei Servi sia a Cremignane, a Monticelli Brusati, a Coccaglio, che alle varie Assemblee e corsi di Esercizi Spirituali a Marola di Reggio.

Raggiunta la pensione, riprende gli studi della sua amata musica sotto la guida di un maestro di composizione, esercitandosi al pianoforte e all’organo che custodiva gelosamente nel suo studio.

La sua serenità lo ha sempre sostenuto, ha sempre amato la sua gente, contraccambiato da tutti. Ha conservato la lucidità fino all’ultimo giorno partecipe delle vicende della vita.

Nella sua ultima breve e dolorosa degenza siamo andati ad abbracciarlo: non ha potuto proferir parola, ma più volte ci ha fissati al suono delle voci. Ha ricevuto da don Emanuele i conforti della fede. Gli abbiamo dato l’ultimo saluto nella bella chiesa di Cavriana nel cui cimitero riposa.

Ci accompagna il ricordo della sua giovialità che non è mai venuta a mancare neppure nei momenti della prova.

Don Mario Pini