IL TEMPO DEL PASSAGGIO

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. (Gv. 20,1)
Il tempo di Pasqua, che anche quest’anno abbiamo la possibilità di vivere, ci offre grandi opportunità per la nostra vita spirituale e sociale.
E’ il tempo nel quale veniamo sollecitati ed aiutati a togliere le pietre tombali della nostra vita che ci limitano e ci condizionano negativamente.
La pietra che è stata tolta dal sepolcro di Gesù è simbolo della paura, degli ostacoli e degli impedimenti che ci tengono prigionieri delle nostre visioni ristrette e non ci permettono di accedere alla libertà, al regno di Dio, alla vita piena.
La pietra rimossa, quindi, ci permette di uscire da una realtà per entrare in un’altra. In altre parole ci permette di fare il passaggio della Pasqua (la parola Pasqua significa proprio passaggio).
La Pasqua ci fa convertire, ci fa progredire, ci fa passare da uno stato ad un altro, ci fa evolvere.
Passaggio quindi dalla chiusura all’apertura.
Dalla diffidenza (razzismo, omo-transfobia ecc.) all’accoglienza.
Dall’egoismo alla condivisione.
Dalla schiavitù alla libertà.
Dalla morte alla vita.
Dal vecchio al nuovo.
Dal mio al nostro.
Dalla dipendenza all’autonomia.
Dalla solitudine alla comunità.
Dalla parrocchia all’Unità Pastorale.
Dall’Unità Pastorale alla Chiesa.
Dalla Chiesa Cattolica al cristianesimo (ecumenismo).
Dal cristianesimo al dialogo interreligioso….
I racconti evangelici della resurrezione e delle apparizioni di Gesù risorto, a prima vista sembrano incoerenti e contraddittori.
Nei Vangeli di Luca e Giovanni Gesù appare ai suoi discepoli a Gerusalemme lo stesso giorno della risurrezione; per Marco e Matteo invece Gesù dà appuntamento ai discepoli in Galilea (distante un centinaio di chilometri da Gerusalemme).
Dopo la risurrezione a volte Gesù sembra avere ancora un corpo in carne e ossa, altre volte sembra un essere spirituale..
In realtà, il messaggio che gli evangelisti ci vogliono trasmettere è che le apparizioni del risorto non sono un privilegio concesso 2000 anni fa ad un gruppo di persone (è sempre bene diffidare di qualsiasi apparizione riservata a pochi eletti), ma una possibilità per i credenti di tutti i tempi che vivono il messaggio cristiano.
Il Signore risorto non lo si trova guardando verso il sepolcro vuoto: “Perchè cercate tra i morti colui che è vivo?” (Luca 24,5).
Non lo si trova nemmeno scrutando il cielo: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?” (Atti 1,11).
Lo si trova invece praticando il messaggio cristiano della condivisione, già anticipato nell’Antico Testamento: “Non vi sarà nessun bisognoso in mezzo a voi” (Deuteronomio, 15,4).
Rimuovendo le pietre della nostra vita e praticando la condivisione e l’amore riusciremo così anche noi a fare questi passaggi e a vedere e trovare il Signore risorto.
Come la morte non ha distrutto la vita di Gesù, non distruggerà neppure la nostra vita!
Buona Pasqua!

Giovanni Dazzi

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