Carissimi fratelli, all’inizio del tempo santo della Quaresima, vi scrivo con nel cuore il Viaggio appena concluso in Cile guidato da don Piergiorgio. Un viaggio lungo che mi ha portato in un mondo diverso, pieno di sole e di natura, di persone forti e buone, sorridenti e con nel cuore il canto e la lode!
Ho conosciuto meglio la realtà dell’istituto che è presente in Cile da 15 anni. Don Antonio, don Gilberto voti temporanei e Hector novizio. Una realtà accolta nella gioia anche oggi dalla Chiesa nella figura del Vescovo Ignacio di Antofagasta.
Nelle parrocchie e nella università cattolica questi nostri “servi” si impegnano a dare testimonianza nel lavoro e nel ministero. Insieme a don Piergiorgio abbiamo passato una bella settimana insieme di condivisione e di formazione, custoditi e aiutati dalla Signora Teresa, mamma di p. Gilberto, che ringraziamo.
Una Chiesa visitata dal Papa poco prima del nostro arrivo e che ha voluto accettare la sfida di questo momento difficile nella Chiesa per gli scandali degli abusi di una parte del clero sui minori. Una sfida che ha voluto accettare dando voce alle vittime, dando forza alla Chiesa desolata per questi scandali portandola ad essere una chiesa che continua il cammino per diventare una Chiesa purificata e trasfigurata dalla testimonianza di tantissimi che vivono nella fede e nella bontà. Un cammino che ci chiama tutti ad essere sempre più autentici nelle cose che facciamo, liberi da interessi personali per servire davvero il Cristo nelle sue membra più piccole e indifese.
Un cammino, quello quaresimale, che è come quello dell’innamorata che lascia tante cose e pensa solo a quello che piace all’amato, mentre quello che non piace, lo scarta, lo lascia per essere davvero quello che scopre di essere attraverso i suoi occhi, il cuore dell’amato. La Quaresima è un momento propizio per alzarci dalle nostre consuetudini o misure, per fare della preghiera una vera necessità di amore, del digiuno un luogo che dà spazio ai desideri più grandi, che porta davvero ad una condivisione che ci privi davvero non solo del superfluo ma di quello che potrebbe servire, arrivando così a quello che è essenziale, a ciò che conta davvero: alla povertà che deve essere crescente, alla castità che ha nel cuore un solo amore, all’obbedienza che non aspetta altro che rispondere a Dio e al bisogno del fratello.
Che il Signore nel 70° anniversario dell’inizio dell’Istituto che si ricorda il 19 marzo, ci aiuti a vivere ciò in questo tempo santo della Quaresima con la gioia degli innamorati di Dio.
Buon Cammino!
don Stefano Torelli