La fecondità dell’Istituto è nella preghiera e nell’amore

Carissimi,

vi scrivo questa circolare in occasione della festa di S.Giuseppe sposo di Maria, vi scrivo per condividere il cammino che l’Istituto sta facendo e per metterlo sotto la protezione di questo santo protettore della nostra famiglia. Lui che fu il custode di Maria e di Gesù custodisca anche noi nella volontà di Dio e al suo servizio, ci protegga da ogni male e divisione.

Siamo, dopo un anno ancora dentro il problema della pandemia e ne portiamo le fatiche e le conseguenze anche sulla vita dell’Istituto. Per esempio l’avere rimandato di un anno il capitolo e non poter visitare come si vorrebbe i fratelli nelle diverse regioni. Dopo aver camminato sulle tematiche del Magistero del Papa, dei malati, delle vocazioni e sul rapporto con i vescovi. Oggi siamo chiamati a lavorare alle tematiche della secolarità, del creato, della vita di famiglia e della formazione. Tematiche uscite e accolte dalle vostre risposte del questionario di due anni fa. Tematiche preziose e che ci faranno crescere e maturare. Ci aiuteranno a stare più uniti e a prepararci al capitolo. La situazione dell’Istituto ci chiede unità tra di noi e con la Chiesa, con i nostri vescovi e le nostre comunità in cui siamo presenti. I poveri e gli esclusi ci aiutino ad incarnarci sempre di più e la carità tra di noi sia segno di speranza per tutti.

Don Dino scriveva nel 1966 che “la fecondità dell’Istituto non è nel lavoro, è nella preghiera e nell’amore”. Penso che valga per ogni tempo. Stare davanti a Lui diventa tempo di grazia specie nel tempo della debolezza (malattia) e piccolezza (mancanza di vocazioni). Propongo che il giovedì santo nella notte sia per noi notte in cui rimanere in preghiera in casa o in chiesa dove è possibile. IL momento più prezioso dell’anno in cui si partecipa alla solitudine e povertà di Gesù lasciato solo dagli amici. Che quella notte ci trovi con lui e quindi uniti e fecondi con la nostra debolezza e piccolezza.  Vi invito a leggere dal capitolo 13 al 17 del Vangelo di Giovanni.

In questi tempi in cui tante famiglie sono segnate da lutti e sofferenze per la fame o la mancanza di lavoro ci spronano ad essere vigili nella preghiera, attenti e premurosi. Gli incontri che stiamo facendo online sono preziosi e gli incontri che faremo prossimamente specialmente dopo Pasqua sono momenti a cui non mancare. Tanti sono mesi che non si vedono agli incontri, spero che questa Pasqua sia una grazia per vivere in modo nuovo il nostro essere famiglia e per vivere tutte le proprie responsabilità nel prossimo capitolo e per le scelte che si faranno.

In questo il rapporto con i vescovi è necessario e vitale. Esso ci riconduce nel nostro posto nella chiesa conosciuti e riconosciuti come coloro che come famiglia sono al servizio di Dio e dei poveri.

Dio vi benedica e vi dia la grazia di una santa Pasqua. Pregate anche per tutti i fratelli che sono infermi e ammalati. IL Signore benedica tutti e tutti possiamo dire il nostro SI consumandoci nell’amore dando il nostro tempo a Lui (preghiera) e ai fratelli e sorelle (fraternità).

Buona Pasqua,

don Stefano Torelli

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