Servi della Chiesa, addio a Renato Galleno
Originario di Bagnolo, è morto il 12 agosto. Il ricordo di don Mario Pini
Si sono svolti lunedì 17 agosto, nella chiesa parrocchiale di Badia Polesine, i funerali del dottor Renato Galleno, per anni consigliere e poi superiore generale dei Servi della Chiesa.
Don Mario Pini con questo articolo lo ricorda ai suoi fratelli e sorelle ed a quanti lo hanno conosciuto ed amato.
Quando un uomo giunge al termine della sua vita carico di anni e di meriti, il nostro pensiero ammirato esprime al Signore la sua riconoscenza. Anche il dolore del distacco, che pure ci arreca tanta amarezza, si risolve in un grazie sentito al buon Dio per averci fatto dono di un amico così caro e prezioso. Il nostro Renato è giunto preparato alla conclusione della sua vita. Da tempo nella sua preghiera, che ha sempre riempito tanta parte della sua giornata e spesso della notte, si dirigeva al Signore invocandolo con tenerezza filiale di venire a prenderlo e di aprirgli la porta della beata eternità. Negli ultimi tempi, congedava i suoi amici con un saluto patriarcale: “Ciao, ti benedico nel nome del Signore!”.
Vedi il servizio de “La voce di Rovigo” https://youtu.be/TU9PoqweJkQ
La nostra amicizia durava da tanti anni. Ci siamo conosciuti nei giorni precedenti l’Epifania del 1950, l’anno santo di Pio XII. Lui stava per compiere il suo 22º anno. A Reggio Emilia nella suggestiva cornice della chiesa di San Filippo riaperta al culto da don Dino Torreggiani e candida di luci, i Servi della Chiesa concludevano il corso di Esercizi spirituali.
Dopo la Celebrazione eucaristica e la festa dei voti e dei passaggi entravano nell’Istituto don Giuseppe Barbieri e don Giovanni Reverberi, con loro un gruppo di giovani, da loro amorevolmente preparati, tra questi vi erano Renato Galleno e Guido Mora di Bagnolo in Piano. Renato vi era nato da Arturo e Boccaletti Carmelita il 5 gennaio 1928. Aveva frequentato le scuole elementari e ricevuto i primi Sacramenti nella chiesa parrocchiale di San Francesco di Paola lì nel suo paese.
Mentre proseguiva il curriculum degli studi che lo porteranno alla laurea in pedagogia all’Università di Genova, dopo aver esercitato l’ufficio di maestro elementare, con cui sopperiva alle sue spese, si apriva con entusiasmo al campo sociale, religioso e politico. E questo in piena condivisione con il fratello Romeo di quelle doti di gran cuore che ha profuso per decine di anni tra le giovani generazioni. Sotto la guida del buon parroco don Giuseppe Barbieri, servo della Chiesa, eroico difensore della sua gente nei tristissimi anni del secondo conflitto mondiale e vero padre spirituale di laici, di seminaristi e di sacerdoti, Renato si prepara a consacrare la sua vita al Signore.
Conosciuto don Dino Torreggiani, apostolo della periferia reggiana, Renato viene conquistato dal suo ideale di consacrazione nel mondo, ne condivide il carisma ed entra nel suo Istituto secolare dei Servi della Chiesa. Lo segue con passione, fino a professare i voti perpetui di povertà di castità e di obbedienza. Da allora la sua vita è stata donata per sempre al servizio della Chiesa nelle sue espressioni più umili. Si è fatto padre e fratello di ogni persona, particolarmente dei più piccoli, dei più poveri, dei più soli, dei più bisognosi di aiuto.
Quando don Dino aprì la casa di Alcamo in diocesi di Trapani, una delle 15 case da lui fondate, pensò ad un terzetto di servi che vi svolgessero l’apostolato parrocchiale, e Renato ne divenne superiore. Raggiungemmo la nuova sede il 24 ottobre 1957, accolti dall’arciprete monsignor Vincenzo Regina. Ci dividemmo buonamente i servizi: Romano Zanzanelli, sagrestano della nostra parrocchia, la basilica di Santa Maria Assunta, io, addetto alla canonica per tutti i compiti essenziali, Renato segretario di monsignore, presidente della Pia Unione dei braccianti agricoli recentemente fondata, sotto la protezione di sant’Isidoro agricoltore, e formatore dei giovani. Lavoravamo insieme, vi era tanta gioia ed una perfetta armonia, così poterono sorgere la compagnia teatrale, e la corale Santa Cecilia.
Purtroppo nel 1959 dopo soli tre anni, per obbedienza, Renato lasciava Alcamo per Treviso. Ancora oggi i suoi ragazzi, dalla Sicilia, lo ricordano con grande affetto e riconoscenza. Succedendo al servo della Chiesa don Paolino Morelli a Villa Maria, diresse il collegio dei ragazzi dello spettacolo viaggiante e dei circhi equestri. Per 15 anni, da vero padre, ha seguito ed educato generazioni di giovani, prodigandosi con i pochi mezzi a disposizione, per far fronte a tutte le loro necessità. L’impostazione che Renato ha dato a Villa Maria ha permesso a questa importante opera di tenere aperti i battenti per vari decenni.
Quando il Consiglio dell’Istituto gli dette l’incarico di direttore del collegio di Badia Polesine per i fanciulli Sinti del Delta padano, nel 1973, Renato passò il testimone a don Pier Giorgio Saviola e si trasferì nel bel palazzo donato al collegio dal concittadino Ardiccio Tamassìa in via San Rocco. Per ben 43 anni, fino al 2016, condivise le sue giornate con moltissimi ragazzi e bambine di tutte le età, se ne contano circa 400. Ottimi i rapporti con le loro famiglie, dalle quali ha sempre goduto affetto e stima. Le testimonianze di questo periodo inquadrano la figura di Renato come un nonno, come un padre intraprendente e provvido, tanto riamato dai suoi figlioli e nipoti.
Nel 1973, nell’Assemblea generale elettiva dei Servi della Chiesa, alla fine degli Esercizi spirituali che si sono tenuti nella casa dei padri Gesuiti di Rivalta (Reggio Emilia), il dottor Renato Galleno viene eletto Superiore generale del nostro Istituto secolare, l’unico nostro laico a svolgere nel tempo questo compito. Succede a don Alberto Altana, uno dei Padri dei Servi, dimissionario dopo un solo anno di faticoso impegno. Renato era consigliere
generale da tanti anni, noto per le sue lodevoli doti di mediazione all’interno del Consiglio. Purtroppo durante i quattro anni del suo nuovo mandato, fu quasi impossibilitato a rendersi presente alle varie Comunità di una famiglia che si era molto allargata. La sua presenza quotidiana era esigita dagli impegni assunti con il suo collegio, da poco tempo ricevuto in eredità spirituale. Tutti gli abbiamo riconosciuto il merito e la capacità di presiedere con autorevolezza, mantenendo saldo il timone di una barca che in quel periodo, talvolta, minacciava di andare alla deriva.
Caro Renato, 92 anni di vita sono tanti. Ma sono passati in un baleno… Alla fine di questo revival voglio immaginarti ancora una volta qui, seduto fra noi per riaprire un discorso iniziato da tempo, come abbiamo fatto tante volte… Riandare insieme, quasi mettendoli in scena, a tanti episodi condivisi, a cominciare dai bellissimi ricordi di Alcamo… tante pagine preziose della nostra povera vita di “stracci da secchiaio e di pezze da piedi”, eppure così felice e così ricca di emozioni… Sono certo che quando busseremo a quella Porta, con Don Dino e tanti Servi, ci sarai anche tu ad accoglierci. Allora “cadrà il muro di separazione” e percorreremo insieme per sempre il bel Cammino di luce.
Don Mario Pini
Pubblichiamo l’articolo del “Resto del Carlino” del 14-08-2020:
L’ultimo saluto a Galleno: “Era il papà di tutti”
Renato Galleno, l’angelo degli ‘ultimi’ se ne è andato in silenzio, un po’ come aveva sempre vissuto. Uomo conosciutissimo proprio per il suo impegno, caratterizzato dalla generosità che ha sempre agito a favore di chi più era in difficoltà, operando in loco per più di quarant’anni, chiamato a sostituire l’indimenticato maestro Bigi. Quello che è certo è che lascia un vuoto incolmabile. A testimoniarlo l’infinito elenco di persone che gli rivolgono un pensiero affettuoso via social. Renato Galleno, ‘il maestro’, come un tempo lo chiamavano i piccoli nomadi che quotidianamente curava come se fossero tutti figli suoi, con il suo pulmino un po’ demodè, puntualmente per anni ha portato a scuola questi bambini per poi andarli a prendere e portarli all’Istituto ’Fanciulli Sinti’, in via San Rocco, annesso alla Casa della Divina Provvidenza, istituto con convitto che iniziò la propria attività nel 1955, fondato da don Dino Torregiani. In anni recenti, invece, anche se con un numero di giovani molto esiguo, si era ritirato nell’ex asilo delle suore in Riviera Balzan, ma, in ogni caso, il suo impegno per il prossimo è proseguito fino all’ultimo. I funerali del compianto avranno luogo lunedì 17 agosto alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. La cerimonia di commiato sarà concelebrata da sua Eccellenza il vescovo della diocesi Adria Rovigo Pierantonio Pavanello. Toccante la testimonianza di Aldo D’Achille, sindaco di San Bellino, che dice: “Ci sono persone che con la loro coerenza ti segnano la vita e io ho avuto la grazia di vivere alcuni anni a fianco di Renato Galleno e di comprendere cosa è la provvidenza, di comprendere come si può vivere il Vangelo, di capire come, con serenità, si può affrontare ogni imprevisto quotidiano e come si può dare senza chiedere nulla in cambio. Un uomo che, pur vivendo su questa terra, già apparteneva ad un’altra dimensione. Galleno supportato dalla infaticabile grazia, ha testimoniato fino agli ultimi istanti della sua vita come affrontare il passaggio della morte con accoglienza. Un testimone, un amico, riservato e sempre attento ai bisogni profondi delle persone che incontrava. Non posso fare altro che ringraziarlo”. Galleno era esponente laico dell’Istituto secolare dei Servi della chiesa, di cui anche fu responsabile generale negli anni 70. Al coro di cordoglio si unisce anche Remo Agnoletto presidente del Centro documentazione polesano-onlus che ricorda commosso l’amico con il quale ha lavorato e collaborato, per ospitare i bambini saharawi, i figli del popolo del deserto, annualmente di passaggio in Polesine e a Badia, che proprio con grande disponibilità ed amorevolezza, qualità a lui comuni da sempre, ha da subito accolto. Una persona che si è sempre dedicata all’aiutare gli altri in ogni circostanza. Siamo certi che saranno davvero in tanti a non voler mancare per l’ultimo saluto ad un uomo dal cuore d’oro che meritatamente entra a far parte della storia cittadina.
Giovanni Saretto