Don Pietro Cecchelani: documenti e testimonianze

Historico
Storia dell’inizio della missione di don Pietro in Brasile.
(AUTOBIOGRAFICO)

Nell’anno 1989, il vescovo diocesano di Guarulhos, Dom Giovanni Bergese, in occasione
della visita “AD LIMINA” in Roma, fu ospite nella parrocchia di San Gregorio Magno alla
Magliana, Roma, dove ero parroco da 25 anni.
Egli vide il lavoro che svolgevo con le categorie più abbandonate e carenti come ex
carcerati, zingari, Luna Park, Circhi Equestri e famiglie povere della Parrocchia. Nello stesso anno, il segretario del Centro Missionario di Roma, Mons. Musaragno, scrisse un articolo nel giornale diocesano “Roma 7” con il titolo: “Quando sarà che la nostra diocesi si aprirà alla missione?”. Io scrissi una lettera al Card. Ugo Poletti, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, dando la mia disponibilità a partire per la missione. Conoscendo il vescovo di Guarulhos, dom Bergese, fu scelta la sua diocesi.

Sono arrivato in Brasile l’ 8 gennaio 1991 e dom Bergese mi nominò parroco della parrocchia San Francesco di Assisi in Uira Purù che aveva come comunidades San Giuseppe operaio in gd Ottawa e N.Sra di Loreto in gd Cumbica. Conoscendo il lavoro da me svolto nella parrocchia di Roma a favore delle categorie abbandonate, mi disse: “Qui la categoria più abbandonata sono i fanciulli: se puoi fare qualcosa, hai la mia benedizione!”. Mandai una lettera al card. Poletti, chiedendo se il Centro Missionario di Roma poteva aiutarmi. Mandai il progetto del centro “Brasil vivo”, firmato da don Giovanni Bergese, per raccogliere i fanciulli e adolescenti. Lo stesso Dom Bergese mi mandò a costruirlo nella terra
della comunità Nostra Signora di Loreto, di proprietà della diocesi di Guarulhos con l’aiuto del Centro Missionario di Roma e particolarmente degli amici e benefattori della parrocchia San Gregorio Magno di Roma, dove ho lavorato per 27 anni, ho potuto completare la costruzione del centro “Brasil vivo”, che ospita bambini, fanciulli
adolescenti dai 3 ai 14 anni e un centro di informatica per adulti. Con un totale di 940
persone e 230 nella lista di attesa per entrare.
Per questo lavoro a favore delle categorie più abbandonate, il governo federale (Ministero della Giustizia) il 5 luglio del 2001, mi ha concesso il certificato di Naturalizzazione brasiliana, di cui sono orgoglioso. Come sacerdote, mi sento pienamente realizzato, avendo fatto come Gesù, “la scelta preferenziale per i poveri” e sono contento di continuare in questo servizio fino a quando Dio vorrà, in fede, Don Pietro Cecchelani

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