“BISOGNI EDUCATIVI DEGLI ALUNNI ITINERANTI”

I° Convegno Nazionale
“BISOGNI  EDUCATIVI  DEGLI  ALUNNI  ITINERANTI”
Lunedì 5 Dicembre 2016
Sala della Comunità di Bergantino (RO)

Intervento a cura di Mons. Piergiorgio Saviola
dell’Istituto Secolare “Servi della Chiesa”
già Direttore Generale Migrantes CEI – Roma

Ringrazio il Dirigente Scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore  “Bruno Munari” di Castelmassa (RO), Prof.ssa M. Elisabetta Soffritti e le signore Monica Bergamini e Valeria Ravelli, Responsabili del Progetto Scolarizzazione Migrantes CEI per lo Spettacolo Viaggiante del Triveneto, per l’invito a partecipare al I° Convegno Nazionale dal titolo “Bisogni educativi degli alunni itineranti” e ad intervenire illustrando il lungo percorso dagli anni cinquanta ai giorni nostri nell’assicurare continuità didattica ai nostri ragazzi del Circo e del Luna Park.

Inizio il mio intervento con una premessa il cui contenuto è scontato ma sempre utile da ricordare.

Tutti i componenti il mondo del Circo e del Luna Park, esattamente come i sedentari, sono, a tutti gli effetti, veri e propri cittadini e godono degli stessi diritti civili e politici, stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi.

Proprio queste ultime garantiscono il diritto al lavoro, su cui lo Stato italiano stesso è fondato.

Quel che è necessario comprendere bene è che anche i circensi e i lunaparcisti svolgono un lavoro. Sono impegnati nel settore dello spettacolo il quale ricopre nella sua specificità, una importante e indispensabile funzione sociale, sancita dall’articolo 1 della legge 337 del 1968, dall’aggregazione alla proposta di un particolare aspetto della nostra cultura e della nostra tradizione.

La caratteristica fondamentale di tale tipo di attività è la necessità continua dello spostamento, del viaggio, del trasferimento da un luogo all’altro, per andare incontro al pubblico, a chi fruisce e ben volentieri delle feste e del divertimento proposti.

È evidente che tutto ciò certamente crea problemi d’ogni tipo, sui quali poco o nulla riflettono il mondo dei sedentari e le autorità locali, con le conseguenti scarse disponibilità e attenzione.

Un aspetto da tenere in considerazione, sono i problemi relativi all’integrazione con gli abitanti di un paese o di una città che, pur affluendo numerosi al Circo e al Luna Park, non si preoccupano troppo di intrattenere, con i gestori delle attrazioni alcun tipo di relazione umana.

Spesso prevale l’idea del vagabondo di passaggio o interessa solo il divertimento, senza che si pensi a tutte quelle persone che duramente lavorano, per molte ore al giorno, per presentare ai “clienti” della sera tutta una serie di possibilità di distrazione, di gioco, di festa, adatta ad ogni età e ad ogni gusto.

Con tutto questo non si deve però intendere che esistano “razzismi” nei confronti di questi “nomadi” del lavoro; piuttosto indifferenza, un male che comunque, nella società di oggi è molto diffuso, anche al di fuori del caso specifico di cui si sta parlando. Basti pensare che frequentemente non si riesce, specie nelle grandi città, a intrattenere un rapporto costruttivo e umano neppure col vicino di casa, che si vede tutti i giorni, con l’amico d’infanzia, con cui si sono condivise tante esperienze.

Tornando ora alla iniziale definizione di cittadini e di lavoratori, gli Esercenti lo Spettacolo Viaggiante e Circensi, uguali a tutti gli altri davanti alla legge, avente gli stessi diritti e doveri e obbligati a pagare le tasse e le imposte, risulta evidente la necessità di sottolineare, in particolare, i “diritti”, frequentemente disattesi un poco da tutte le componenti la vita sociale: le autorità, gli Enti pubblici, il “pubblico”, sui quali già ci siamo soffermati, ed anche purtroppo a volte anche la Chiesa, e, in particolare quella locale.

E dobbiamo pure lamentare che difficili risultano anche i rapporti tra i bambini circensi e fieranti e i coetanei del mondo sedentario, più che altro per mancanza di reali occasioni di incontro, tranne quelle offerte eventualmente dalla scuola.

Da qui, pertanto, per questi bambini, adolescenti, e giovani l’importanza della scuola, dell’istruzione.

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Ed è su questo aspetto che mi voglio soffermare anche perché è questo il compito che mi è stato assegnato da svolgere e che interessa più da vicino questo Convegno: illustrare cioè il lungo cammino percorso con i nostri ragazzi del Circo e del Luna Park con lo scopo di facilitare loro la frequenza alla scuola e poter così conseguire un sufficiente grado di istruzione.

Possiamo con soddisfazione asserire che in linea di massima abbiamo potuto contare con genitori che hanno riconosciuto e tuttora sempre di più riconoscono la necessità di aprire i loro figli ad una dimensione diversa magari a loro preclusa. Preclusa perché solo in modo parziale i loro ragazzi riescono a seguire un ciclo di studi, a formarsi una cultura, a rinsaldare la propria identità spirituale: situazione, questa, dovuta ai frequenti spostamenti di città in città, di paese in paese per motivi di lavoro in occasione spesso di “sagre” e feste patronali e di conseguenza cambiamento continuo dei maestri e metodi di insegnamento, libri di testo distinti e programmi scolastici svolti in tempi diversi, ecc.

Ci siamo sempre reso conto che se ad una buona preparazione scolastica ne  consegue la promozione finale, che procura senza dubbio tranquillità e sicurezza, è comunque da riconoscere che questa non è l’unico obiettivo da raggiungere, che seppur importante, non sempre rivela buona maturazione: lo è nel suo insieme la realtà scolastica, intesa come classe, gruppo di amici, rapporto costante con l’insegnante, una ricca esperienza che anche i nostri ragazzi possono ricordare, perché l’hanno vissuta, come uno dei periodi più importanti della loro esistenza.

Parliamo di formazione come proposta di esperienze di vita preferenziali che pongono in evidenza gli aspetti positivi e i valori dell’uomo come modello su cui riflettere e a cui riferirsi.

Parliamo di educazione e promozione umana, offrendo ai giovani la possibilità di arricchire il loro sviluppo personale, sollecitando ordinatamente le inclinazioni e le potenzialità individuali, favorendo il graduale armonico inserimento nella società.

Abbiamo constatato che questi bambini sono, in età precoce, indirizzati ad apprendere la professione del padre o dei genitori e ad aiutarli nella gestione pratica dell’attività, come chiunque se ne può accorgere assistendo ad uno spettacolo circense o frequentando il Luna Park.

E’ facile renderci conto che la vera scuola per questi giovani è “quella della vita” che, certamente, insegna molto e che è da loro apprezzata e vissuta pienamente con orgoglio: amano i viaggi continui, già gestiscono la loro giostra, già si esibiscono negli spettacoli da abili giocolieri, acrobati e clown ecc.

E la scuola, quelli dei banchi, dei sedentari, a volte, passa in secondo ordine, sottovalutando l’importanza a che vengano rispettati i tempi, quelli che soprattutto nella fase della adolescenza e ancor più nell’età giovanile devono essere riservati piuttosto all’istruzione, al potersi confrontare con altre culture (senza rinunciare alla propria, poiché questo non sarebbe certamente giusto né necessario), di decidere “chi” si vuole essere e “che cosa” si vorrà fare.

Nella Scuola i nostri ragazzi dello Spettacolo Viaggiante, si troveranno a contatto col mondo “di fuori”, lo conosceranno, ne accoglieranno valori, ne criticheranno altri, porteranno i propri ai compagni e agli amici nuovi, con questi li valuteranno, li discuteranno. Anche questa è “scuola di vita”, ed è certamente formazione, maturazione, educazione alla vita di relazione, conoscenza di se stessi e degli altri e, alla fine, capacità e possibilità di scelta.

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Sono stati questi gli obiettivi che il Servo di Dio don Dino Torreggiani, chiamato l’Apostolo delle Carovane, già negli anni cinquanta si era prefisso di raggiungere e non trovò di meglio coll’aprire una Casa famiglia “Villa Maria” nella periferia di Treviso strada Montello, che per decenni ha accolto ragazzi dei Luna Park e del Circo.

Nonostante “Villa Maria”, per certi aspetti, abbia educati ragazzi ad una “vita di città” con il solito orario di sveglia, lo studio, la ricreazione, il pranzo e la cena a orari fissi, non li ha allontanati dalle loro abitudini in modo brusco, ma gradualmente ha cercato che da soli arrivassero, senza traumi, a comprendere l’importanza di vivere, giocare, studiare, faticare in mezzo agli altri ragazzi a volte di cultura e di tradizioni diverse, sempre di modo di vivere diverso perché sedentari.

Qui i ragazzi non hanno cambiato “mondo” ma si sono arricchiti spontaneamente con esperienze diverse dal loro habitat d’origine.

I maestri presenti avevano la funzione di mantenere vivo l’interesse per le materie di studio nonché seguire i ragazzi nei compiti loro assegnati, di colmare le lacune individuali, di favorire l’immaginazione e la creatività, di stimolare la conoscenza del linguaggio e il modo corretto di esprimersi.

Oltre tutto l’Istituto per la famiglia costituiva una certezza di continuità educativa per i loro figli, sostegno nei momenti di bisogno e un punto di riferimento che garantiva    professionalità e salvaguardia dell’ambiente.

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Negli anni ’70, l’ O.A.S.N.I. (Opera Assistenza Spirituale Nomadi d’Italia) ha collaborato con l’ENC, per realizzare il progetto (studiato da vari anni) di inserire scuole itineranti almeno presso i maggiori circhi italiani, di cui potessero usufruire i bambini delle famiglie circensi.

Il progetto venne sostenuto dal Provveditorato agli studi di Lucca che presentò tale iniziativa al Ministero della Pubblica Istruzione che ne prese in considerazione la pratica: l’8 agosto 1973 si giungeva alla stipulazione di cinque convenzioni per la parificazione giuridica delle scuole itineranti presso i seguenti circhi: Medrano, Circo Mille e una notte di Nando Orfei, circo Niuman, Circo sul ghiaccio di Walter Nones. A questi, in seguito, si affiancarono altre scuole itineranti – anche se non parificate – di alcuni circhi minori.

I figli delle famiglie circensi non dovevano più uscire dal loro ambiente per frequentare una scuola dei “fermi” e potevano frequentare la scuola con maggiore regolarità senza perdere giorni scolastici, a causa dei continui spostamenti del circo.

Inoltre il maestro, dal momento che viveva con loro, poteva divenire il loro amico e confidente.

Le famiglie che si trovavano in circhi dove non esisteva la scuola itinerante potevano continuare ad usufruire del collegio ‘Villa Maria’.

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Alla Scuola Itinerante è subentrata l’Accademia del Circo, nata nel 1988, grazie all’impegno dei direttori dei maggiori circhi italiani. I primi corsi sono stati ospitati nel quartiere invernale del Circo Americano di Enis Togni, a Verona.

Due anni dopo l’Accademia si è trasferita a Cesenatico (FC), in una sede ampia e accogliente, in mezzo al verde e a pochi metri dal mare.

La  “Scuola del Circo”, rientrata come sede ultima e definitiva nel 1991 a Verona, è stata ideata prevalentemente per consentire ai figli della gente del circo di ampliare la propria esperienza uscendo dall’ ambito esclusivamente familiare per conoscere da vicino anche i grandi artisti di fama internazionale.

Ogni ragazzo nei cinque anni del corso, oltre a seguire le lezioni della scuola dell’ obbligo, ha la possibilità di conoscere la storia del circo, apprendere le varie arti fondamentali, dall’ acrobatica all’ equitazione, alla comicità, alla danza, al trucco, per concludere, in vista del diploma, con un numero artistico tutto suo, che corrisponda alle particolari attitudini artistiche che il ragazzo ha espresso nel quinquennio.

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Nel corso degli anni per garantire, nel possibile, una continuità didattica dei ragazzi soprattutto del Luna Park, è stato introdotto l’uso di un quadernetto che ogni famiglia doveva presentare al momento dell’iscrizione del proprio figlio nelle varie Scuole sul quale veniva registrata dai maestri oltre la frequenza alle lezioni anche il programma svolto da trasmettere ai maestri delle Scuole successive.

Metodo questo, senza dubbio lodevole, ma che ha avuto come risultato la sola annotazione della frequenza dell’alunno alle lezioni scolastiche e neppure regolare per la sua itineranza a scapito se pur del minimo necessario apprendimento causa il cambiamento continuo dei maestri e metodi di insegnamento, libri di testo distinti e programmi scolastici svolti in tempi diversi, ecc.

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Nel 2005, per dare continuità e uso regolare e tassativo del quadernetto scuola-famiglia su accennato, grazie alla rinnovata attenzione da parte della Fondazione Migrantes sollecitata dalla Famiglia Ravelli, e all’ esigenza di dare risposte concrete ai diversi problemi rilevati, nasce il libro dei saperi, uno strumento didattico che funziona tutt’ora, come raccoglitore di esperienze, un diario di viaggio, sul quale viene regolarmente annotato il tratto di strada percorso, di scuola in scuola, dallo studente.

È uno strumento di lavoro e contatto tra l’alunno e i docenti, un registro di competenze che segue lo studente in ogni Istituto scolastico, che permette ai docenti di prendere immediatamente conoscenza del percorso scolastico compiuto dal ragazzo, di svolgere un argomento del proprio programma e di inserirlo nel libro, al fine di accompagnarlo nel suo viaggio verso la prossima scuola.

Ad oggi sono state distribuite più di 1000 copie del libro dei saperi, uno strumento utilissimo, come si diceva, per gli alunni in viaggio ma non risolutivo. Ha infatti solo in parte risolto il problema della percezione dell’insuccesso scolastico e della ricostruzione del sapere, ma non quello dei giorni di frequenza e della dispersione scolastica.

Nel frattempo, dal 2007-2008 il Ministero dell’Istruzione fissa fino a 16 anni l’obbligo scolastico, prevedendo per tutti gli studenti, al termine della Scuola Secondaria di I° Grado, la frequenza di almeno un biennio nella Scuola Secondaria di II° Grado.

Questa semplice norma ha portato un problema rilevantissimo per gli alunni itineranti: a quale scuola superiore iscriversi per completare l’obbligo formativo e come trovarne una in tutte le città.

Di fronte a questa problematica, molte famiglie hanno scelto una via fortemente penalizzante, quella di far bocciare i figli per “mancanza di numero di giorni di frequenza sufficienti” in modo da fermarli, fino al compimento del sedicesimo anno di età, nella Scuola Secondaria di I° Grado. La scelta rappresenta un escamotage veramente demotivante ed umiliante per gli alunni itineranti.

Consapevoli di ciò, l’Associazione NNT Onlus, la Fondazione Migrantes e l’Istituto di Istruzione Superiore “B. Munari” di Castelmassa (Rovigo), hanno stipulato un protocollo d’intesa per l’Istruzione Parentale dei giovani itineranti, un’esperienza pilota cominciata nell’anno scolastico 2012-2013.

L’homeschooling, in Italia “Istruzione Parentale”, è una forma di istruzione riconosciuta dal nostro ordinamento già da qualche anno. La peculiarità di questa esperienza sta nell’uso delle nuove tecnologie informatiche.

I docenti degli Istituti Superiori non si limitano a testare a fine anno scolastico le conoscenze dell’alunno, come se si trattasse di un privatista, ma rimangono in contatto con gli alunni itineranti, inviano loro, via e-mail, gli argomenti delle lezioni svolte in classe e gli eventuali materiali didattici, verificano il processo di apprendimento attraverso i compiti, le verifiche periodiche, ecc. Una sorta di scuola online.

Per l’istruzione degli itineranti la strada da seguire è questa: una scuola che viaggia e li segue percorrendo le vie dell’etere.

Si potrebbe pensare, in futuro, alla nascita di un polo che, dalla Scuola Primaria fino al conseguimento del diploma di Scuola Secondaria di II° Grado, si prenda cura di fornire agli alunni itineranti gli strumenti fondamentali per la loro istruzione.

Concludo:

I nostri ragazzi, terminata la Scuola dell’obbligo, dopo aver conseguito un diploma, e per i più fortunati, quello delle Scuole Superiori, riprenderanno la loro vita a tempo pieno nel loro mondo, ma lo faranno con più entusiasmo, dopo aver fatto altre esperienze, dopo aver valutato in che modo e in che ambito vivere la propria vita e, senza dubbio, saranno circensi e lunaparchisti migliori. Avranno “vero” amore per il loro lavoro e contribuiranno ad infrangere quel “muro”, confine dell’emarginazione, che oggi viene spesso lamentato come ancora esistente.

I° Convegno Nazionale
“BISOGNI  EDUCATIVI  DEGLI  ALUNNI  ITINERANTI”
Lunedì 5 Dicembre 2016
Sala della Comunità di Bergantino (RO)

 

 

 

 

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