L’incarnazione
Lontana, vicina cometa di luce
ricurva su popoli in cerca dí pace.
Piccole, tenere mani di bimbo
protese nel freddo pungente di Betlem.
Dolci, sereni occhi di cielo
aperti su pochi pastori in ginocchio.
Convulsa, tremenda partenza notturna
in fuga da Erode, monarca di sangue.
Sperato, atteso ritorno al sicuro
tra gente segnata da armenti e raccolti.
Solerte, operosa vita di casa
con Maria, la madre, e Giuseppe operaio.
‘Una lenta, amorosa discesa divina
tra i gorghi fangosi del vivere umano.
Per redimerlo, allora e sempre!
(don Emanuele)